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Formazione scuole Esedra – Secondo incontro



[Notizie; Corsi]. Sabato 22 ottobre si svolgerà il secondo incontro del ciclo di otto moduli su temi di Cultura Digitale, all’interno di un percorso di formazione caratterizzato dal progettare l’apprendimento come servizio alla comunità. Il percorso, rivolto a docenti di Lucca del gruppo Esedra, è il frutto di una coprogettazione svolta insieme con i dirigenti e i docenti dei vari ordini di scuola coinvolta e si presenta come un percorso integrato e fortemente innovativo.

Il secondo incontro è dedicato ai temi della cittadinanza digitale in riferimento alle tematiche politiche.

Chi controlla la infosfera?

Nel secolo scorso la infosfera ha raggiunto uno sviluppo particolarmente rilevante e gli effetti sono stati molteplici: antropologici, sociali, politici. I regimi totalitari tra le due guerre hanno fatto ampio uso della radio e del cinema per controllare le coscienze. Dopo il 1960 è stata la televisione a diventare la padrona dei nostri paesaggi mentali: i paesi democratici hanno visto la vita politica mutare radicalmente e quelli autoritari una pervasività dei leader e delle verità di regime mai immaginata prima. Nel nostro Paese la mancanza di regole e di cultura adeguate ha portato a un oligopolio soffocante e mediocre. L’arrivo della rete ha potenzialmente mutato il panorama, mettendo in condizione di sperimentare forme di comunicazione, condivisione e produzione del sapere sinora inedite. Tali opportunità non sono disponibili in modo automatico e la mancanza di una adeguata formazione può far decadere internet a una televisione che si differenzia da quella precedente solo per l’enorme aumento di “canali” possibili e per la maggiore mobilità.

C’è da chiedersi se dobbiamo affidare il luogo internet unicamente all’industria culturale: vorrebbe dire che ci siamo arresi all’idea che sia solo un immenso parco di intrattenimento.

Come affrontare il presente e l’immediato futuro della comunicazione, come prendersi cura dell’umanità di ciascuna persona in un contesto così complesso e mutevole?

Senza la pretesa di essere esaustivi è tuttavia possibile intravedere alcuni passaggi fondamentali. Essi sono costituiti:

  • dalla capacità di utilizzare in modo più autonomo e consapevole gli ambienti della infosfera;
  • dalla capacità di conoscere le caratteristiche di tali ambienti (come cambiano i processi conoscitivi? Come organizziamo il sapere e la percezione di noi stessi, degli altri, del mondo?);
  • dalla capacità di influire sulle scelte tecnologiche: la neutralità della rete, la scelta tra software proprietario e open source, l’interoperabilità dei supporti e le piattaforme aperte;
  • dal supporto a scelte politiche che salvaguardino la libertà di espressione, proteggano dai grandi monopoli e riconoscano il dovuto alle opere dell’ingegno senza creare rendite di posizione sullo sfruttamento delle royalties dell’industria culturale;
  • dallo sviluppo di attitudini e competenze di produzione autonoma di contenuti in forma collaborativa, secondo i principi di condivisione del sapere e di universalità dell’accesso. Si tratta del cosiddetto «principio di equità». Se mi permetti di accedere ai tuoi contenuti io devo fare altrettanto.

Neutralità della rete. Con questa espressione si intende il diritto di ciascuno (sia singolo cittadino che potente multinazionale) di accedere alla rete senza differenziazioni. Se chi è in grado di pagare di più o di influenzare di più avesse un trattamento privilegiato, saremmo ben presto di fronte a una alterazione pericolosa della infosfera. La possibilità di mettere in circolo idee, opinioni, punti di vista ne sarebbe profondamente ferita, permettendo a ristretti oligopoli di controllare lo scenario mentale di tutti noi. La Federal Communications Commission ha stabilito a fine 2010 il diritto di tutti ad accedere alla rete a parità di condizioni tecniche. Sia colossi come Google o You Tube sia lo sconosciuto cittadino che pubblica un suo blog. Occorre evitare che i gestori delle reti (le società di telecomunicazioni) stabiliscano canali preferenziali per i colossi, cancellando di fatto la logica reticolare di internet e ripristinando quella centripeta della tv. Le reti si fanno costose perché a banda sempre più larga e la tentazione di diversificare gli accessi è molto forte – specialmente in presenza di colossali interessi economici.

La questione è molto delicata. Il principio di fondo per ora sembra salvaguardato. Le eccezioni sembrano accettabili: le reti per le cure mediche a distanza e simili avranno comprensibilmente delle corsie privilegiate. Cosa accadrà in futuro? Avremo treni di prima, seconda e terza classe? Gli interessi in gioco sono enormi e non è scontato che la rete rimanga inter-net.


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